Piazza S. Antonino 6
mercoledì 27 giugno 2007
"Il ritrovamento delle reliquie"
Il IV secolo non fu un periodo facile per Piacenza: l’ Impero romano era sempre più oppresso e indebolito dalle continue invasioni barbariche e la città padana, sebbene godesse di una posizione geografica favorevole, risentita fortemente delle tensioni che scuotevano il potere centrale. A complicare una situzione già di per sé instabile e precaria, le incessanti persecuzioni contro i cristiani, insistentemente indette da quegli imperatori che temevano chissà quali conseguenze dalla scelta fatta dai seguaci di Cristo.
La situazione finalmente cominciò a cambiare con l’ arrivo di Costantino nel 313 e con l’ emanazione dal famoso Editto di Tolleranza. Per i cristiani sorgeva l’ alba di un periodo di pace e tranquillità.
Intanto le ossa di Antonino giacevano dimenticate in qualche angolo sperduto della città, finché il vescovo Savino ebbe in sogno la visione del luogo esatto in cui si trovavano le preziose reliquie del martire, luogo che si ritiene fosse nel sottosuolo della chiesa di Santa Maria in Cortina, dove tutt’ oggi esiste il Puteus (letteralmente pozzo) Sancti Antonini Martyris, una cavità sotterranea che immette all’ ipogeo in cui era stato inizialmente sepolto il martire.
Savino radunò subito il giorno seguente le autorità civili ed ecclesiastiche della città e si recò sul luogo indicatogli. Scavò lui stesso e trovò il corpo con accanto l’ ampolla contenente il sangue del giovane, come abitualmente avveniva per i cristiani che avevano subito il martirio. Dispose che le sante reliquie fossero immediatamente traslate nella vicina chiesa che il primo vescovo di Piacenza, Vittore, aveva fatto costruire come suo sepolcro. Si tratta dell’ attuale Basilica di sant’ Antonino, che ancora oggi conserva il corpo del proprio patrono accanto a quello del primo vescovo della città, Vittore.
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