Piazza S. Antonino 6
mercoledì 27 giugno 2007
"La misteriosa vicenda di sant' Antonino"
> La leggenda di Sant’Antonino <
Secondo la leggenda Antonino nacque nel 270 a Piacenza ma già su questa notizia non c’ é nessuna concordia. I più sostengono che fosse di stirpe nobile, ma che avesse rinunciato ai suoi beni famigliali per dedicrsi a Cristo.
Ancora giovane, pare decidesse di intraprendere un viaggio in Terra Santa prima della sua predicazione del Vangelo oppure dopo, quando già la sua vita era tutta orientata verso Cristo. Durante il viaggio venne al corrente che in Egitto si trovavano gli “apostolici soldati” della Legione Tebea (una formazione militare romana interamente composta da cristiani e posta sotto la prudente giuda del comandante san Maurizio.
Antonino si recò incuriosito in Egitto dove rimase affascinato dalle virtù cristiane di quei soldati e chiese con successo di essere ammesso a farne parte.
In quel periodo in Francia scoppiò un ribellione contro i decreti anti-cristiani degli imperatori Diocleziano e Massimiano. Questi decisero di attirare la Legione Teabea in Italia con l’ inganno di sedare le sommosse, al fine di costringere i soldati ad abiurare la loro fede in Cristo. Così i legionari partirono senza indugio.
Imbarcatisi ad Allessandria d’ Egitto, approdarono a Roma dove era rimasto Diocleziano. I soldati della Legione Tebea si fermarono a Roma per rendere omaggio al papa Marcellino, che le esortò a continuare a diffondere e difendere la fede cristiana, così gravemente minacciata. Rincuorati procedettero verso la Francia dove ai confini li aspettava Massimiano.
A questo punto l’imperatore, dopo aver più volte tentato senza successo di costringere i legionari ad adorare gli dei, ne ordinò lo sterminio completo.
Moltissimi morirono, compreso il comandante Maurizio, mentre Antonino e pochi altri furono misteriosamente risparmiati.
> Antonino a Piacenza <
Antonino continuò la sua opera di evangelizzazione in questa città ancora in preda al caos religioso.
Nel giro di poco tempo Antonino diventò un personaggio scomodo e i suoi giorni si fecero presto contati ma continuò fino alla fine a diffondere il seme del Vangelo in quelle terre a lui tanto care, gadagnando numerose anime a Cristo.
La sua predicazione si concluse con il martirio, che subì a Travo, un paesino vicino al fiume Trebbia , in un torrido giorno d’ estate del 303.
Venne selvaggiamente picchiato e, visto che non voleva saperne di abiurare la sua fede, gli aguzzini lo fecero morire per decapitazione.
Il corpo mutilato venne poi gettato nel fiume, in modo che i cristiani non avessero in eredità le reliquie del martire.
Ancora in vita, Antonino pare predicasse anche a personalità influenti tra cui un tale Festo il quale però, non sentendosi pronto al martirio, nascondeva il suo essere cristiano. La leggenda narra che le reliqui misteriosamente arrivarono fino alla porta della casa di Festo e che egli le prese e le sistemò nel luogo più degno della sua casa. Quella stessa notte fu avvertito in sogno circa il luogo in cui Antonino era stato martirizzato e il mattino seguente vi si recò con i suoi servitori per recuperare gli altri resti del martire.
Festo, temendo che le reliquie potessero essere profanate dai nemici della fede, le seppellì in un locale sotteraneo nei pressi della sua abitazione. Rimase così sconosciuto il luogo in cui le spoglie di Antonino riposavano.
> Oltre la leggenda <
Gli studi più recenti sono riusciti a dimostrare quante e quali mistificazioni sono andate aggiungendosi nel corso dei secoli alle scarne notizie sul vero sant’ Antonino.
Si deve ad esempio al testo dell’ Inventio, cioé il racconto del ritrovamento miracoloso delle reliquie del santo, redatto all’ epoca del vescovo Savino e di cui ci occuperemo più avanti.
La prima falsificazione discende dall’ errore nella letterartura del testo recante il resoconto di u effettivo viaggio in Terra Santa, compiuto però da un’ altra persona, un piacentino che al momento di mettersi che al momento di mettersi in cammino verso il 570, invocò la protezione di sant’ Antonino. In seguito a un amaldestra traduzione, si trasformò presto nell’ effettiva presenza del santo, originando così in un clamoroso errore, scivolato per se coli in quasi tutte le biografie di sant’ Antonino.
Questa prima falsificazione trascina con sè anche un altri particolare della vita del santo, che viene così ad essere privato di fondamento storico: la sua militizia nella Legione Tebea.
Se Sant’ Antonino non é mao stato in Terra Santa, non ha nemmeno potuto unirsi ai legionari di san Maurizio. Evidentemente i redattori si trovavano in difficoltà a narrare la vita di un santo che si conosceva più che nulla e temendo di impoverire la figura agli occhi del popolo che lo venerava come suo patrono e protettore, perché non farne un valoroso soldato della Legione Tebea i cui membri erano cristiani?
In più nel XI secolo Arcidiacono Giovanni inventò che sant’ Antonino fosse di nobili origini, esaltandone così le virtù cristiane e facendolo rinunciare fin da giovane alle ricchezze per seguire il Vangelo.
Per dare senso a tante grossolane alterazioni di una verità che rimane misteriosa, é iportante riflettere sul fatto che Piacenza verso l’ anno Mille visse un momento di grande espansione e ricchezza tanto da definirsi “gloriosa civitas” .
L’ ascesa della città avvenne sotto la guida della prestigiosa figura del vescovo-conte. La “gloriosa civitas” aveva perciò bisogno di un “glorioso patrono”, che le desse adeguato lustro.
In conclusione, se sant’ Antonino sia stato piacentino o meno, se abbia veramente fatto il soldato e magari nella Legione Tebea; quali sono state essattamente le modalità del suo martirio e della sepultura, forse non lo sapremo mai. Resta comunque fermo il fatto che che tra il territorio piacentino e sant’ Antonino il legame é antichissimo e solido e il santo patrono della “gloriosa civitas”
non ha mai mancato di proteggere la sua città nel corso dei secoli e dei millenni.
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